O Sri Ganesha,
Tu che sei il Dio della Conoscenza,
della Saggezza e della Discriminazione,
Tu che sei colui che rimuove gli ostacoli,
a Te chiedo di essere guidata, istruita ed illuminata
per trascrivere nel modo più saggio e bello
le storie e le conoscenze che parlano di Te.
Grazie
Devadatta
Storie sulla nascita
di SRI GANESHA
INTRODUZIONE
1 LA NASCITA DI GANESHA
2 GANESHA SCONFIGGE I GANA DI SHIVA E LE DIVINITA’
3 SHIVA TAGLIA LA TESTA DI GANESHA
4 GANESHA RITORNA IN VITA
5 IL DONO DI SHIVA
INTRODUZIONE
Ci sono molte storie, narrazioni, sulla nascita, vita ed azione di Ganesha, talvolta sono esposte in modi differenti ma il significato finale rimane lo stesso. E’ come vedere un prisma da varie sfaccettature, il prisma è sempre lo stesso, cambiano solo i punti di vista dell’osservatore.
Una volta Narada, il messaggero degli dei, ebbe il desiderio di ascoltare le storie su Ganesha. Brahma rispose : “Ci sono stati vari Ganesha in diversi Kalpha, i Grandi Cicli Storici. Durante il periodo di ‘Sweta-Kalpa’, Ganesha nacque da Shiva e Parvati dopo che si erano trasferiti sulla montagna Kailash, poco dopo il loro matrimonio.”
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LA NASCITA DI GANESHA
Il grande Shiva, dio della trascendenza, abitava sulle montagne innevate e ricoperte dai ghiacci dell’Himalaya e precisamente sul monte Kailash. La sua dimora, difficilmente raggiungibile, isolata da tutto, nel silenzio assoluto del bianco, era la sua casa dove viveva insieme a sua moglie Parvati, la Madre Divina. Shiva passava lunghi periodi in profonda meditazione, immobile, seduto, lontano.
Una volta Parvati stava andando a fare il bagno nelle sue stanze e diede istruzioni a Nandi di fare la guardia davanti alla porta di ingresso e di non fare entrare nessuno senza il suo permesso. Il Signore Shiva arrivò e, nonostante le rimostranze di Nandi che non voleva farlo entrare, Shiva entrò ugualmente. Parvati rimase dispiaciuta dall’accaduto. Capì che Nandi non avrebbe mai detto di no al suo Signore Shiva e che non si poteva fidare di lui.
Una volta Shiva era lontano e Parvati si trovava da sola.
Decise di fare il bagno e dopo aver cosparso tutta la pelle di pasta di zafferano, iniziò a rimuoverla. Mentre raccoglieva la pasta dal suo corpo vide che la poteva modellare come terra argillosa, l’atto creativo si attivò in lei e, come Madre Divina, nacque in lei il Tapas per creare un nuovo essere. La creazione si sviluppava tra le sue dita con facilità, le mani si muovevano con destrezza e felicità nel plasmare quel fango giallastro; l’essere prendeva forma fino a diventare un bellissimo bambino. Compiuta l’opera ne fu soddisfatta e con un atto d’Amore e Potere Divino infuse in lei la vita stessa, si concentrò, attivò il Prana, potere di vita, e lo infuse, lo canalizzò nella scultura, inondandola di luce divina. Il bambino si attivò, si mosse e parlò chiedendo chi fosse : “Chi sono io ?” disse con voce chiara e distinta guardandola negli occhi e lei rispose : “Tu sei mio figlio”. Un legame speciale c’era tra loro, una capacità profonda di intendersi. Poi Parvati continuò e disse : “Ora vai all’ingresso di casa e fai la guardia che io finisco di lavarmi, non deve entrare nessuno, mi raccomando, nessuno”. Ganesha ubbidì ed armato di un bastone si avviò verso l’uscita. Lì si piantò ed iniziò a fare la guardia.
All’improvviso arrivò Shiva e voleva andare da sua moglie. Era tempo che non la vedeva. La loro dimora era ben protetta, era difficile raggiungerla poiché era immersa tra i ghiacciai eterni; Nandi e la sua squadra la controllavano a vista per miglia e miglia. Per raggiungere quelle somme altezze bisognava praticare delle ardue tapasya ed essere pronti a superare ostacoli e difficoltà, pochissimi erano capaci di farlo, solo dei discepoli ardenti di Shiva e Parvati potevano compiere l’impresa, dopo anni, decenni o vite dedicate all’ascesi.
Quando Shiva arrivò a casa trovò un bambino sconosciuto, armato di bastone davanti all’ingresso. Si chiese : “Chi è costui ? Cosa fa davanti alla porta della mia casa ?”.
Gli chiese : “Cosa fai qui ?”. Ed il bambino rispose prontamente : “Faccio la guardia e nessuno può entrare !”. Shiva lo guardò in modo penetrante e fece per scansarlo per entrare ed andare da sua moglie. Il bambino lo bloccò con il bastone e lo colpì. Shiva divenne furioso ed ordinò ai suoi gana di ucciderlo.
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GANESHA SCONFIGGE I GANA DI SHIVA E LE DIVINITA’
I gana di Shiva attaccarono Ganesha, lo circondarono e con varie armi lo assalirono ma, anche se erano in tanti, non potevano neanche sfiorarlo, tantomeno ucciderlo. Dopo che furono sconfitti da Ganesha i gana andarono da Shiva per comunicare la disfatta.
Mentre i gana narravano il combattimento a Shiva arrivarono il Dio Brahma, il Dio Vishnu ed altre divinità. Erano giunte perché avevano sentito che qualcosa di particolare stava accadendo sul monte Kailash. Brahma andò da Ganesha per cercare di convincerlo a fare entrare Shiva ma, appena Ganesha vide che si stava avvicinando troppo lo attaccò e Brahma si ritirò senza aver concluso nulla. A questo punto il Dio Shiva stesso si presentò davanti a Ganesha per sconfiggerlo, chi era costui che si permetteva di ostruire il passaggio a Shiva ? Chi era ? Considerato che i gana e Brahma stesso erano stati sconfitti era un essere dai grandi poteri soprannaturali.
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SHIVA TAGLIA LA TESTA DI GANESHA
Iniziò una battaglia furibonda tra Shiva e Ganesha. Quando Shiva si accorse che Ganesha stava avendo la meglio, gli tagliò la testa con un solo colpo. La testa volò via, nello spazio infinito e lì si perse. Il copro mutilato di Ganesha giaceva a terra privo di vita.
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GANESHA RITORNA IN VITA
Parvati intanto aveva finito il suo bagno ed uscì di casa. Arrivata sull’uscio di casa uno spettacolo orribile l’accoglie : il corpo mutilato del suo bambino, circondato dalla presenza di Shiva, di tutte le divinità e dei gana. Tutti erano immobili ad osservare la scena, nessuno parlava. Parvati si infuriò nel vedere suo figlio ucciso. La sua furia divina iniziò a dare forma ad innumerevoli aspetti della Madre di potere che portarono sconcerto e tremore tra gli astanti. Il suo corpo iniziò a crescere a dismisura, sempre più alta e più terribile appariva, emanava potere da tutti i suoi pori, lo sguardo fisso sul corpo del figlio, poi chiese con voce imperiosa : “Chi è stato ad ucciderlo ? Chi ha ucciso mio figlio ?”
Shiva sollevò lo sguardo verso la sua amata sposa e con una espressione di stupore e meraviglia disse : “Sono stato io, non sapevo che fosse mio figlio ! Perdona il mio gesto ma era all’oscuro di tutto.”
Le divinità si prostrarono ai piedi di Parvati, che era immensa, una montagna sulla montagna, le chiesero scusa poichè anche loro non sapevano che quel bambino fosse suo figlio. Parvati disse : “Potrò perdonarvi solo se lo riporterete in vita, solo allora potrò perdonarvi ! Lui dovrà essere adorato come lo siete voi !”
Allora le divinità andarono da Shiva e gli chiesero di riportare in vita il bambino. Shiva acconsentì e diede delle istruzioni precise alle divinità : dovevano dirigersi verso la direzione nord e prendere la testa di una qualsiasi creatura che incontrassero per poi riunirla al corpo di Ganesha. Le divinità seguirono le istruzioni ed andarono verso nord.
Trovarono un elefante, gli tagliarono la testa e rapidamente tornarono sul monte Kailash, attaccarono la testa al corpo monco del bambino. Allora il Dio Shiva entrò in profonda meditazione ed iniziò a sprigionare un tapas luminoso che con la sua forza di volontà infuse nel corpo del bambino. Shiva donò una nuova vita a Ganesha.
Tutte le divinità lo adorarono sapendo che era figlio di Shiva e di Parvati.
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IL DONO DI SHIVA
Parvati iniziò a calmarsi ma ancora il suo aspetto incuteva terrore. Tutti guardarono a Shiva che con espressione autorevole e benevola si rivolse alla moglie Parvati e a Ganesha dicendo :
“Da questo momento questo bambino si chiamerà Ganesha che significa Signore dei Gana. Io dò a Ganesha il dono di essere rispettato ed adorato da tutti gli Dei, le Dee e gli esseri umani, per questo motivo, prima di compiere un sacrificio, un’azione importante, intraprendere un nuovo lavoro, sia esso intellettuale o manuale, una qualunque azione nel mondo, tutti dovranno onorare Sri Ganesha prima di adorare qualsiasi altro Dio.
Sri Ganesha oltre ad essere il Dio della conoscenza, della saggezza e della discriminazione, sarà anche il Dio che aiuta a rimuovere gli ostacoli, di qualsiasi natura essi siano.
Tatthastu ! (così sia ! )”
Parvati si addolcì, sorrise e gradualmente iniziò a ridurre la sua forma fino a tornare normale. Tutti gli astanti, dei e dee, esseri di vari mondi, forze della Natura e Madre Natura, trassero un sospiro di sollievo, la tensione generale si alleggerì.
Parvati cambiò il colorito, tornò ad essere luminosa, dalle sfumature dorate della pelle, bellissima e amabile e da quel momento assunse il nuovo appellativo di Gauri, che significa colei che è ‘splendente’, ‘dorata’.
Il mondo tornò a rigenerarsi : i fiori sbocciarono, le mucche ripresero a dare il loro latte, gli uccelli cantarono, le messi che si erano fermate ripresero a crescere, la brezza che era rimasta immobile riprese a circolare, tutto si riattivò con una nuova forza generatrice, piena di vita e di serenità, tutto fluiva dolcemente seguendo i ritmi armonici del cosmo.
La Madre Divina era ritornata nel Suo aspetto di armonia e bellezza, abbondanza e felicità, tutto l’universo rispondeva all’unisono alla Sua essenza intrinseca e gioiva della sua Presenza.
Devadatta
Bibliografia
Storie liberamente tratte da :
SHIVA MAHA PURANA
GANESHA PURANA
DIZIONARIO DELLE RELIGIONI ORIENTALI – Avallardi
GLOSSARIO DEI TERMINI NEGLI SCRITTI DI SRI AUROBINDO – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry
https://shreeganesh.com/site/stories/2586/story-lord-ganesha-wedding-with-siddhi-and-buddhi
https://shiva.redzambala.com/shaivite-hinduism-explained/ganesha-kartikeya-dharma-devas.html
https://www.lotussculpture.com/ganesha-hindu-god-ganapati-elephant-meaning-symbolism.html
https://www.hindu-blog.com/2018/12/ganesh-and-ladoo-why-ganesha-is-offered-ladoo.html?m=1
https://www.ganeshaspeaks.com/spirituality/hinduism/purana/ganesha-puran/
Tutte le immagini prese da Internet