“E’n la sua volontade è nostra pace”
Dante
Paradiso III, 85
VINO E … BUONUMORE
Il piacere per l’uomo di bere vino risale all’antichità : Egizi, Fenici e Greci ne facevano un largo consumo. Con i Romani si trasformò da simbolo delle classi agiate ad alimento di consumo quotidiano. Tanta diffusione è certamente dovuta ai suoi effetti inebrianti ed euforizzanti ma, nondimeno, sono importanti le sue qualità nutriterapeutiche.
Fra le tante componenti del vino, sono due le molecole che hanno una particolare rilevanza per la nostra salute : il resveratrolo e le procianidine.
Del resveratrolo, sostanza presente in varia misura in tutti i vini, ma in particolar modo nei vini rossi, sono note da tempo le proprietà di prevenzione dell’aterosclerosi e delle neuropatie, tra cui anche l’Alzheimer. Oltre a ciò, recenti esperimenti effettuati su animali da laboratorio hanno dimostrato che ha un affetto inibitorio sulla formazione dei tumori.
Le procianidine sono dei potenti polifenoli vasoattivi che rendono il vino rosso cardioprotettivo – ovviamente di buona qualità e consumato in dosi modeste ( circa 1 bicchiere a pasto ). Per provarlo scienziati britannici hanno coltivato cellule del sistema cardiocircolatorio e le hanno esposte a 165 differenti vini; ciò ha consentito loro di individuare nelle procianidine il costituente fenolico del vino responsabile dell’effetto salutare sul sistema cardiovascolare.
CIBO PER LA MENTE
I polifenoli contenuti nel vino, presenti anche nella frutta e nella verdura, a detta dei ricercatori, sono un vero e proprio “cibo per la mente”, importantissimo per mantenere giovane il cervello e rallentare l’invecchiamento delle cellule del sistema nervoso, una delle maggiori cause che portano a malattie come Alzheimer o Parkinson.
Uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento di anatomia umana dell’Università di Milano in collaborazione con il Dipartimento di neuroscienze-farmacologia dell’Università di Pisa, ha dimostrato che nel vino bianco sono presenti due polifenoli, il tirosolo e l’acido caffeico, che esercitano un’importante funzione di prevenzione dei fenomeni infiammatori responsabili di malattie come l’artrite reumatoide e l’osteoporosi.
Ma sono tante le ricerche che confermano gli effetti positivi sulla salute sia del vino bianco che del vino rosso, vediamone alcuni :
BERE MODERATAMENTE VINO
PROTEGGE DALLA DEMENZA SENILE
Nell’ambito del progetto “ILSA” ( Italian Longitudinal Study on Aging – Studio Longitudinale italiano sull’invecchiamento ), il dottor Vincenzo Solfrizzi della Sezione di geriatria dell’università di Bari insieme al dottor Francesco Panza hanno eseguito uno studio dal quale è emerso che il vino può rallentare la progressione verso la demenza senile di persone a rischio : i soggetti che assumono circa un bicchiere al giorno di vino ( 150-180 cc ) hanno un rischio di ammalarsi ridotto dell’85% rispetto ai non assuntori.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Neurology, ha coinvolto 1566 anziani di età compresa tra i 65 e gli 84 anni, dei quali 1445 sani e 121 con una lieve forma di declino cognitivo, condizione associata al rischio di ammalarsi di demenza senile. Gli esperti hanno analizzato i loro consumi di bevande alcoliche e collegati questi dati col rischio di ammalarsi di demenza senile. E’ emerso che, mentre il consumo moderato di alcolici non sembra aver significativo potere protettivo contro la demenza nei soggetti sani, per il gruppo più a rischio, vale a dire coloro che erano affetti da lieve declino cognitivo, un bicchiere di vino al giorno, è risultato molto protettivo. Il che equivale a dire che il loro rischio è ridotto dell’85% rispetto ai non bevitori.
IL VINO ROSSO PROTEGGE DAL CANCRO
Uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research ha rivelato il motivo per cui l’ossidante trans resveratrolo ( RES ), contenuto nel vino rosso e nelle uve ( nelle quali ha l’effetto di un antibiotico per proteggerle dalle infezioni dai funghi ) è efficace nella lotta contro alcuni tumori. Più in particolare, i ricercatori della facoltà di medicina della University of North Carolina a Chapel Hill, hanno riscontrato che il RES disattiva la proteina NF-K-B, che protegge le cellule cancerose dalla chemioterapia e dalla distruzione. I ricercatori si spingono ad ipotizzare che il RES stesso potrà forse un giorno essere utilizzato per la prevenzione e/o la terapia anti-cancro. Infatti negli esperimenti condotti con il RES su cellule umane e su cellule di topi spirimentali, gli scienziati hanno potuto riprodurre il processo che utilizza naturalmente l’organismo per uccidere le cellule cancerogene, un meccanismo di difesa che induce le cellule nocive ad una sorta di suicidio ( apoptosi ).
L’efficacia anti-cancro del vino rosso è stata accertata anche da una ricerca svolta da studiosi dalla University of Illinois che hanno appurato l’efficacia anti-cancerosa ed antinfiammatoria del RES.
Questa sostanza è presente in varia misura in tutti i vini, in particolar modo nei vini rossi, ma è abbondante anche nell’uva, nelle more, nei mirtilli. La sua maggior concentrazione nei vini rossi è dovuta al processo di vinificazione del rosso che avviene a contatto con le bucce dell’uva, che cedono al vino il loro colore e altre importanti sostanze.
Da uno 1 a 3 bicchiri al giorno, tolgono il medico di torno
Nel mese di maggio del 2007, sul British Journal Cancer è stato pubblicato un articolo su uno studio effettuato su oltre due milioni di persone/anno, condotto dal dottor N. D. Freedman ed altri, dai risultati sorprendenti.
I ricercatori hanno osservato che bevendo fino ad 1 bicchiere al giorno di vino si hanno più vantaggi di chi non beve per nulla. Invece, se si superano i 3 bicchieri al giorno si determina un incremento statistico dei tumori della testa e del collo.
Rimanendo nella fascia compresa tra 1 bicchiere e 3 bicchieri di vino al giorno una persona sana introduce nell’alimentazione una quota di antiossidanti ( resveratrolo e alcune proantocianidine ) che svolgono una potente azione di protezione dalle malattie degenerative e tumorali, contrastando efficacemente i radicali liberi.
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da NUTRI IL TUO BUONUMORE di Alessandra Mattioni – Macro Edizioni
“Non arrenderti,
rischieresti di farlo
un’ora prima
del miracolo”
Detto Arabo
TISANE PER L’ACIDITA’ DI STOMACO
INFUSO DI ARTEMISIA porre 30 gr di foglie in 1 litro d’acqua molto calda per dieci minuti. Filtrare e bere durante la giornata
DECOTTO MISTO bollire un cucchiaio di radice di liquirizia ed uno di foglie secche di malva in 700 gr d’acqua per 10 minuti.
Aggiungere 1 cucchiaio di fiori di melissa e uno di camomilla e lasciare in infusione per 12 ore. Filtrare e bere il preparato a tazzine entro la giornata.
DICOTTO MISTO ( secondo le conoscenze AYURVEDICHE ) bollire in 1 litro d’acqua : ½ cucchiaio di semi di coriandolo, ½ cucchiaio di semi di cumino, 1/2 cucchiaio di radice di liquirizia, 1 cucchiaio di semi di finocchio per 5 minuti, lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare, bere durante la giornata.
DECOTTO DI LUPPOLO bollire 20 gr di infiorescenze essiccate in 1 litro d’acqua per 5 minuti e filtrare. Bere 2 tazze al giorno dopo i pasti.
TISANE PER L’AFFATICAMENTO
BAGNO AL PINO MARITTIMO mettere 150 gr di foglie di pino marittimo in un sacchetto di tela, bollire per mezz’ora in 3 litri d’acqua. Versare il liquido in un bagno molto caldo, strizzando infine il sacchetto.
BAGNO ALL’ALLORO immergere un pugno di foglie di alloro nell’acqua moderatamente calda della vasca.
Il trattamento risulta benefico anche in caso di arrossamento della pelle.
INFUSO DI ROSA CANINA porre 40 gr di foglie e fiori in acqua calda per 10 minuti. Una tazza dopo ogni pasto.
DECOTTO DI PRUGNOLO bollire 40 gr di frutti in 1 litro d’acqua per 5 minuti. Berne 1 litro al giorno.
INFUSO DI BASILICO per stati di stanchezza generale e in caso di stress da super lavoro lasciare in infusione un cucchiaino di foglie di basilico in un a tazza d’acqua molto calda per 10 minuti. Filtrare e bere una tazza subito dopo il pasto principale.
TISANE PER LA CISTITE
DECOTTO DI MIRTILLO bollire 30 gr di bacche di mirtillo per 5 minuti in 1 litro d’acqua, spegnere e lasciare in infusione per 10 minuti. Berne 3 tazze al giorno, tra un pasto l’altro.
INFUSO MISTO miscelare uguali quantità di malva, maggiorana e lavanda e lasciare in infusione 1 cucchiaio della miscela per 10 minuti in una tazza molto calda. Per 3 settimane al mese berne 1 tazza 2 volte al giorno, preferibilmente 1 ora dopo i pasti.
TISANE PER LA CONGIUNTIVITE
INFUSO DI CAMOMILLA mettere 50 gr di fiori essiccati in 1 litro d’acqua molto calda per 20 minuti. Filtrare con cura e procedere ai lavaggi oculari.
Si può usare anche la camomilla setacciata che si trova al supermercato : procedere come se si dovesse preparare una tazza di camomilla, immergere due filtri nell’acqua bollente e lasciarli 10 minuti.
Togliere i filtri, strizzarli leggermente, lasciarli intiepidire e porli direttamente sugli occhi chiusi per 15 minuti.
DECOTTO DI EUFRASIA bollire 10 gr di eufrasia in un litro d’acqua. Lavare la parte esterna dell’occhio e applicare per alcuni minuti compresse imbevute sulle palpebre.
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da ENCICLOPEDIA DELLE ERBE – Edizioni del Baldo
SISTEMA IMMUNITARIO
IL BUON UMORE
Un fattore fondamentale per mantenere il sistema immunitario in buone condizioni e riuscire a rafforzarlo è vivere in uno stato di tranquillità, serenità e felicità. Forse è per questo che i saggi di ogni epoca e luogo ci parlano dell’importanza di essere tranquilli e sereni e che la vera felicità non dipende dall’esteriorità ma dalla nostra condizione interna, mentale, emotiva, questa condizione poi influenzerà il nostro stile di vita, le nostre scelte, i nostri orientamenti. Attraverso la ragione riflessiva possiamo scegliere di cambiare il nostro stile di vita che ci porta a stati squilibrati e fa sì che sì che il nostro essere si indebolisca. Guidati dalla ragione riflessiva e conoscitiva possiamo iniziare così un processo in cui miglioriamo il nostro essere dal punto di vista mentale, energetico, emotivo e fisico. E’ un lungo processo di progresso ed evoluzione che attraverso la volontà e la fiducia ci può portare ad una vita più soddisfacente ed equilibrata in cui ci possiamo sentire soddisfatti ed appagati.
Devadatta
UNA SANA ALIMENTAZIONE
E’ AMICA DEL BUONUMORE
Alcuni cibi hanno il potere di migliorare in breve tempo il nostro umore e sono in grado di farci ritrovare calma e soddisfazione anche in una giornata “stressante”!
Infatti ogni cibo contiene sostanze attive in grado di interagire velocemente con il nostro umore attraverso la produzione dei neurotrasmettitori, le sostanze chimiche che consentono alle cellule nervose di dialogare e di trasmettere informazioni, essenziali nel determinare pensieri, emozioni e stati d’animo.
Ogni alimento fornisce all’organismo la materia prima per la sintesi di specifici neurotrasmettitori : l’assunzione di cibo di qualità si traduce in una maggiore disponibilità di elementi base di qualità, quindi maggiore possibilità di sintesi di neurotrasmettitori del buonumore e di stati d’animo positivi.
Occorre prestare attenzione alla scelta degli alimenti e ai metodi di cottura utilizzati.
In sintesi, scegliere cibi vivi e vitali ricchi di
In questo modo si crea una biochimica eccellente per favorire stati d’animo positivi.
L’effetto dell’alimentazione sugli stati d’animo può esplicarsi nel breve e nel medio-lungo periodo. Infatti, ci sono cibi che hanno un immediato impatto positivo sull’umore come i dolci e la cioccolata. Tuttavia, è fondamentale che siano di qualità eccellente, affinchè i loro effetti positivi si protraggano a lungo. Infatti, l’assunzione di prodotti di scarsa qualità può far sì che dopo un primo momento di sollievo e piacere, siano proprio questi alimenti a predisporci a periodi di rinnovata tensione e nervosismo.
Ecco alcuni cibi capaci di procurare rapidamente effetti positivi sul nostro umore, utili a gestire situazioni stressanti e in grado di favorire una biochimica di base che ci tenga lontano da “cadute di tono” :
INDICAZIONI GENERALI DI PRATICHE
PER RITROVARE LA CALMA E RAFFORZARSI
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da NUTRI IL TUO BUONUMORE di Alessandra Mattioni – Macro Edizioni
COSA CENTRA LO SPIRITO ?
“Se non è la salute in quanto tale a renderci felici, se non sono il successo , i soldi, la carriera a darci ciò che cerchiamo, cosa manca ? Cosa determina la nostra felicità a tal punto da farci sentire soddisfatti e appagati anche in punto di morte ?
E’ chiaro che non troveremo la risposta in un alimento, in un integratore e nemmeno in un farmaco.
Certamente non si può vedere la felicità come una destinazione, ma piuttosto essere felici implica alcune scelte comportamentali che vanno ripetute con costanza nel tempo. La ricerca della felicità richiede alcune aperture a una dimensione spirituale che spesso teniamo chiusa per paura o reticenza. Essere felici significa sostituire vuoto, sconforto, paura e diffidenza con fede, speranza, amore e fiducia ed essere grati per ogni respiro che compiamo, per ogni cellula che funziona, per ogni incontro che ci viene concesso e per ogni tramonto che ci è permesso di ammirare.
Aprirsi ad una dimensione spirituale può, ma non necessariamente deve, coincidere con il vivere una fede religiosa. Per chi ha la fede molte delle cose che sto dicendo sono scontate. Ma per molti altri che non hanno questo dono esiste una possibilità di non rimanere intrappolati nella dimensione materiale della vita.
Insomma tutto quello di cui abbiamo parlato finora non basta. Occorre fare un passo in più per provare a chiudere il cerchio”.
PROPRIETA’ TERAPEUTICA
DELLE PREGHIERA E DELLA MEDITAZIONE
“Numerosi studi hanno dimostrato le proprietà terapeutiche della preghiera e di altre forme di pratiche spirituali non necessariamente religiose come la meditazione … I risultati sono sorprendenti per la stragrande maggioranza degli studi : chi prega o pratica meditazione vive più a lungo e meglio, ha un sistema immunitario più efficace, una pressione sanguigna più bassa e un minor rischio di malattie gravi come quelle cardiovascolari… E le persone religiose o spirituali vivono più a lungo anche se non frequentano un luogo di culto.
Sul piano scientifico non sembra nemmeno avere una grande importanza per cosa si prega o se si prega o si medita. Evidentemente, in una certa forma di introspezione e di apertura a una dimensione spirituale, il corpo reagisce in modi specifici che favoriscono la salute, la riparazione e la felicità. Senza dubbio nella preghiera e nelle varie forme di meditazione si dirige la propria neurocezione verso una forte percezione di sicurezza e di fiducia che spegne la risposta difensiva da stress. In questo modo il battito cardiaco rallenta, la pressione arteriosa diminuisce, il respiro diventa più profondo e fluido, cambia l’assetto ormonale e si potenzia la funzionalità immunitaria. Allo stesso modo, come abbiamo visto in precedenza, una percezione di sicurezza favorisce i meccanismi legati alla socializzazione, che vengono invece inibiti dai segnali legati al pericolo e alla paura.
Da un punto di vista neurologico preghiera e meditazione sono correlate con onde cerebrali più lente e con sensazioni di controllo, tranquillità, calma e pace…
Sul piano biochimico preghiera e meditazione aumentano la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore della gioia e dell’appagamento. La dopamina è la sostanza responsabile di quella sensazione di rilassato appagamento che tanto desideriamo ma che erroneamente ricerchiamo nel cibo, nell’alcool, nel fumo, nel gioco d’azzardo e in emozioni tanto forti quanto volatili.
Preghiera e meditazione sono anch’esse informazioni capaci di regolare l’espressione dei geni tramite i meccanismi dell’epigenetica …
Ma sarebbe riduttivo vedere la preghiera ed altre pratiche spirituali solo come tecniche per migliorare il proprio benessere. Chi segue un percorso spirituale lo fa anche per connettersi a Dio o a una forza superiore e per aprirsi alla parte spirituale che ognuno di noi sente di avere…
Una delle caratteristiche della preghiera e della meditazione è quella di mettere da parte la volontà di controllo. Tramite la preghiera si diventa strumenti di Dio … Smettere di esercitare il controllo su ciò che non potremmo mai davvero controllare è un passo importante verso l’accettazione, la gratitudine e la vera felicità”.
Tratto dal libro FINO A CENT’ANNI, Edizione PONTE ALLA GRAZIE, scritto da Filippo Ongaro il quale ha lavorato per anni come medico accanto agli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea ( ESA ), occupandosi in particolare degli aspetti legati alla nutrizione, alla preparazione fisica, e alla riabilitazione degli equipaggi…
ERBE AMICHE : IL PAPAVERO
Papaver rhoeas Non tralasciamo di cogliere questo affascinante sorriso vermiglio che la natura in festa rivolge agli uomini; è il gonfalone rosso delle estati inondate di sole; è la macchia sanguigna dei campi dorati. Simbolo della vita, della gioia, dell’appagamento e della felicità. Non solo si accompagna al grano maturo, ma prospera nei terreni incolti e in tutti i terreni coltivati e non c’è spettacolo più bello che vederlo fremere sui dossi delle colline. I fiori sbocciano tra maggio e luglio alla sommità di lunghi peduncoli e sono formati da un calice ispido, diviso in due parti, che schiudendosi porta alla luce quattro petali delicati di colore rosso.
E’ il cugino rosso-vestito del papavero orientale e, come questo, ha virtù leggermente ipnotiche, senza però contenere la pericolosa morfina che crea tante rovine nella nostra epoca afflitta da droghe e stanchezza di vivere.
Il principio attivo del nostro papavero è la readina che agisce come calmante ed emolliente senza uccidere né provocare assuefazioni. Il papavero, noto anche come papavero selvatico o rosolaccio, ha seguito l’uomo in tutte le sue peregrinazioni mescolando i suoi semi a quelli dei cereali.
C’è chi lo vuole originario della Bulgaria o della Turchia e dell’area tra il Pamir e l’Iran, ma si sono trovati dei fiori anche nelle tombe egizie. I greci ne mangiavano le foglie giovani in insalata, usanza che si è mantenuta in Italia fino al Cinquecento.
PROPRIETA’ analgesiche, antispasmodiche, astringenti, espettoranti, sedative.
USO INTERNO Ai nostri tempi i bei fiori a quattro petali rosso vivo ed i semi raccolti nelle capsule sono considerati lievemente narcotici, sudoriferi, espettoranti e calmanti. Si usa dire che è un oppio casareccio ed innocuo. Usare il papavero per curare le insonnie ( degli adulti, ma soprattutto dei bambini e dei vecchi ), per combattere il nervosismo, l’ansietà, l’’angoscia, gli spasmi allo stomaco e all’intestino come pure tutti i dolori di origine nervosa ( nevralgie facciali, degli arti ecc. ).
L’infuso e lo sciroppo di petali e capsule per :
USO ESTERNO Applicare sul viso e sul collo garze imbevute di un infuso di petali secchi per attenuare le rughe.
USO ALIMENTARE Le foglie basali sono ottime crude in insalate miste, ma si usano perlopiù cotte nel minestrone, in frittate, torte salate e anche pastellate e poi fritte.
I semi vengono usati, dopo essere stati essiccati, nella preparazione di pane, dolci e biscotti.
AVVERTENZE Il papavero in dosi eccessive può causare intossicazione ed avvelenamento, pertanto occorre rispettare sempre le dosi consigliate e utilizzarlo sotto controllo medico.
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da IL MIO ERBARIO di Maurice Messeguè – Macro Edizioni
Tratto in parte da ENCICLOPEDIA DELLE ERBE – Edizioni del Baldo
ERBE AMICHE : IL SAMBUCO
Sambucus nigra. Al principio dell’estate appaiono grandi ombrelle di piccoli fiori bianchi che si sviluppano in bacche succose di colore nero. Questa pianta, che si trova lungo le siepi ed i fossi e nei boschi, pare esistesse già nell’età della pietra.
Il sambuco, appartiene ad un genere di meno di 10 specie, è un arbusto o piccolo albero alto fino a 7 metri, con fusto dalla corteccia grigio scura e rami contenenti un midollo biancastro. Le foglie picciolate sono composte da 5-7 foglioline appuntite con margine dentellato.
Le foglie si utilizzano fresche, i fiori e la corteccia si fanno essiccare e i frutti ben maturi si usano freschi o essiccati.
PROPRIETA’ antinfiammatorio, diuretico, emolliente, lassativo, sudorifero.
USO INTERNO
USO ESTERNO
USO ALIMENTARE Si utilizzano i frutti per preparare marmellate, gelatine, biscotti, vini aromatici e uno sciroppo rinfrescante e dissetante. Le ombrelle floreali appena germogliate sono ottime pastellate e fritte.
In Inghilterra si prepara una gradevole bevanda facendo macerare i fiori di sambuco nel vino assieme ad alcune fettine di limone.
L’assunzione in dosi elevate può provocare dolori addominali.
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da ENCICLOPEDIA DELLE ERBE – Edizioni del Baldo
ERBE AMICHE : LA MALVA
La malva è l’incarnazione della dolcezza. Non è scintillante né clamorosa, poveretta, anzi, è tutta rivestita di umiltà e di tenui mezze tinte. Questa veste dimessa non rattrista, anzi, sotto i raggi caldi del sole primaverile offre tutte le speranze e fa’ ben presagire per la nuova stagione. C’erano tempi in cui si “andava a malva” per fare il minestrone; si tornava a casa con dei bei panieri colmi e se ne facevano bollire delle gran marmitte. Le malve sono incantevoli pianticelle dai fiori lilla, rosa o violetti a cinque petali sagomati ad ala di farfalla e piccoli frutti. Pianta cespugliosa con fusto peloso, in parte eretto e in parte adagiato al terreno.
I Greci ed i Romani tenevano la malva in gran conto come verdura da tavola e come pianta medicinale. I seguaci di Pitagora la consideravano sacra perché ha i fiori sempre rivolti verso il sole : per questi saggi rappresentava il giusto equilibrio nelle passioni, equilibrio indispensabile a chi vuole conquistare saggezza, libertà e salute. Il grande poeta Esiodo, nel poemetto Le opere e i giorni, beffeggiava gli imbecilli che ignorano i tesori racchiusi nella malva. Orazio proclamava ai quattro venti di nutrirsi soltanto di olive, cicoria e malva. Cicerone, tra un comizio e l’altro, riusciva a fare addirittura delle indigestioni di malva… Carlo Magno ne decretò la coltivazione in tutti gli orti imperiali. La brava santa Ildegarda, nel XII secolo, la prescriveva per la cura di innumerevoli malattie : dalla sonnolenza e i mal di testa persistenti fino ai disturbi renali, le emorragie, il blocco dell’apparato urinario e gli avvelenamenti. Nel XVI secolo in Italia le venne riconosciuto l’appellativo di omnis morbi cioè “( rimedio ) di ogni male”.
PROPRIETA’ antinfiammatoria, astringente, calmante, emolliente, lassativa.
La malva ha virtù rare per curare tutte le malattie infiammatorie. Come poche erbe è emolliente, e pertanto predispone i tessuti traumatizzati a una pronta guarigione. In infusi, decotti, bagni, lozioni, impacchi, clisteri, cataplasmi o colliri, per uso interno ed esterno, è calmante e facilita l’eliminazione di ogni genere di tossine.
La malva è un pregevole rimedio contro la stitichezza e le infiammazioni dei delicati organi femminili. Si può dare ai bambini la radice da masticare, per proteggerli dalle malattie infettive e per rinforzare le gengive; questa stessa radice è un ottimo dentifricio per gli adulti e protegge dalle infezioni della bocca ( afte ).
AD USO INTERNO come tisana ad azione emolliente ed espettorante nella cura di bronchiti, tosse e catarro. Le foglie, consumate cotte, stimolano l’appetito e facilitano la digestione.
AD USO ESTERNO aiuta a calmare i pruriti della pelle, eliminare i foruncoli e ascessi, affrettare la guarigione degli attacchi di gotta e dei reumatismi. Nulla può eguagliare la malva come detergente della pelle, per liberarla dalle impurità, prevenire l’insorgere di acne, eliminare l’antiestetica couperose e per cancellare le macchie scure che tradiscono l’età delle persone non più giovani. Si possono praticare clisteri per costipazioni e infiammazioni intestinali. Può essere impiegata come cataplasma contro eczemi, eruzioni cutanee e punture d’insetti.
Il decotto di fiori e foglie può essere aggiunto all’acqua per un bagno idratante. La malva può essere usata come infuso per lavaggi e impacchi agli occhi stanchi e irritati.
ALIMENTAZIONE Le foglie di malva erano molto apprezzate in cucina come contorno alla carne, preparate come gli spinaci. I germogli e le foglie giovani si consumano crudi in insalata, cotti come verdura o finemente tritati per insaporire risotti e minestre.
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da ENCICLOPEDIA DELLE ERBE – Edizioni del Baldo
Tratto in parte da IL MIO ERBARIO di Maurice Messeguè – Macro Edizioni
18. KU – L’EMENDAMENTO DELLE COSE GUASTE
Sopra Kenn, l’Arresto, il Monte
Sotto Sunn, il Mite, il Vento
Il segno cinese Ku rappresenta una scodella nel cui contenuto crescono dei vermi. E’ il contenuto che significa le cose guaste. Ciò avvenne perché la mite indifferenza del segno primordiale inferiore si è incontrata con la rigida inerzia del segno primordiale superiore, così che le cose finirono nello stagnamento. Sussistendo dunque una colpevolezza questi stati contengono l’invito ad eliminarla. Il significato del segno non è quindi semplicemente “il guastato” bensì “il guastato come compito”, il lavoro di “emendamento del guastato”.
LA SENTENZA
L’emendamento delle cose guaste ha sublime riuscita.
Propizio è attraversare la grande acqua.
Prima del punto iniziale tre giorni.
Dopo il punto iniziale tre giorni.
Ciò che fu guastato per colpa degli uomini può essere di nuovo emendato dal lavoro degli uomini. Non è un destino ineluttabile come quello del tempo del ristagno : ciò che ha condotto allo stato di corruzione è anzi la conseguenza dell’abuso della libertà umana. Perciò il lavoro di miglioramento ha ottime prospettive, giacchè si trova in accordo con le possibilità del momento. Soltanto non bisogna rifuggire dal lavoro e dal pericolo – simboleggiato nell’attraversamento della grande acqua – ma occorre affrontare le cose con energia. La riuscita ha però come condizione preliminare un’accurata ponderazione. Ciò è espresso nell’aggiunta : “Prima del punto iniziale tre giorni, dopo il punto iniziale tre giorni”. Prima bisogna conoscere le ragioni che hanno condotta alla corruzione, soltanto dopo si possono abolire. Ed inoltre bisogna curare affinchè l’esercizio della nuova linea diventi tanto sicuro da evitare ricadute : quindi attenzione al tempo dopo il punto iniziale ! Al posto dell’indifferenza e dell’ignavia che hanno condotto alla corruzione, devono intervenire risolutezza ed energia, perché alla fine possa seguire un nuovo inizio.
L’IMMAGINE
Giù sotto il monte soffia il vento :
L’immagine dell’emendamento delle cose guaste.
Così il nobile scuote la gente e ne rinvigorisce l’animo.
Quando il vento soffia giù sotto il monte, ne è respinto e rovina le piante. Ciò contiene l’invito a migliorare. Lo steso vale a proposito degli stati d’animo bassi e delle mode : essi portano corruzione nella società umana. Per eliminarli il nobile deve rinnovare la società umana. I metodi per farlo vengono pure desunti dai due segni primordiali, soltanto che i loro effetti si dispiegano ordinatamente l’uno dopo l’altro. Egli deve prima eliminare lo stagnamento scuotendo l’opinione pubblica ( come il vento ha la capacità di scuotere ), per poi rinvigorire e calmare il carattere della gente ( come il monte dà quiete ed alimento a tutto ciò che cresce intorno a lui ).
I KING
( Il libro dei mutamenti )
Traduzione italiana dalla versione tedesca di Richard Wilhelm
A cura di Bruno Veneziani e A. G. Ferrara
Confrontata con l’originale cinese da Bruno Veneziani
Edizione ROMA ASTROLABIO
ERBE AROMATICHE : FINOCCHIO SELVATICO
FOENICULUM VULGARE è originario del bacino del Mediterraneo; in seguito, largamente coltivato, si è diffuso per il mondo evadendo dagli orti. E’ un’erba imponente, alta da 1 a 2 metri, con grandi ombrelli di fiori gialli e frutti fusiformi di circa 1 cm di lunghezza.
Come verdura a tavola, è sanissimo, digeribile, calmante per lo stomaco e l’intestino e leggermente lassativo, è antinfiammatorio, antispasmodico, aromatico, digestivo, diuretico e galattagogo.
Come erba fitoterapica è consigliato in particolar modo alle donne, in qualsiasi circostanza : ad alcune normalizzerà il ciclo delle mestruazioni, ad altre faciliterà la secrezione del latte ( è galattogeno ). In cataplasmi risolverà gli ingorghi dei seni e conserverà a questi la loro linea durante tutto il periodo dell’allattamento. Contiene flavonoidi, ( fitoestrogeni ) che svolgono un’azione benefica sul sistema vascolare e alleviano i sintomi della menopausa
IL FINOCCHIO HA MOLTE VIRTU’ NASCOSTE : è antinfiammatorio, antispasmodico, aromatico, digestivo, diuretico e galattagogo. E’ stimolante dell’appetito, diuretico, tonico, calmante e molto efficace per combattere ogni tipo di parassiti. Vermifugo e conciliatore del sonno per i bambini nervosi. Il finocchio agiste favorevolmente sui polmoni e sui bronchi, calma gli attacchi di tosse, di pertosse e di asma; inoltre libera gli organismi più appesantiti.
AD USO INTERNO
PER USO ESTERNO
PER USO ALIMENTARE
PER USO TERAPEUTICO RISPETTARE CON SCRUPOLO LE DOSI PRESCRITTE in quanto l’anetolo, uno dei due costituenti principali di questa piante, in dosi elevate provoca convulsioni.
BIBLIOGRAFIA
Tratto in parte da IL MIO ERBATRIO di Maurice Messegué – Macro Edizioni
Tratto in parte da ENCICLOPEDIA DELLE ERBE – Edizione del Baldo
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