Spiegazioni in merito al Tantra

DEVI-PUJA

L’adorazione della Devi

 

IL TERZO CHARITA

    Poi viene l’ultimo o uttama charita, la storia migliore, della Madre :

    Due fratelli, Shumbha e Nishumbha, figli di Sunda e Upasunda, i famosi Asura del casato dei demoni di Hiranyakashipu, si erano sottoposti a delle rigorose austerità fin dalla giovinezza e attraverso la forza del loro tapas, riuscirono ad avere udienza da parte di Brahma, che fece loro la grazie di esaudire tutti i loro desideri in aggiunta al dono ( su loro stessa richiesta ) che non avrebbero incontrato la morte per mano degli dei o degli uomini eccetto nel caso di una kanya, una vergine, che non fosse nata da un grembo materno, ayonija.

    Allora essendosi gonfiati di orgoglio e potere, i fratelli sfidarono Indra, lo privarono dei suoi diritti e privilegi ottenuti con gli yajnas, sacrifici, lo rimossero dalla sua posizione di re degli dei, stabilirono il loro dominio ovunque, godendo dei diritti e delle posizioni degli dei.

    Gli dei si riunirono e ricordando della promessa della Devi di venire in loro soccorso quando fosse stato necessario, andarono sull’Himalaya e offrirono a Lei le loro preghiere per il loro stato miserabile, invocando la Sua presenza ed aiuto.

    La Madre fu toccata. Comparì di fronte agli dei in una forma molto attraente, allo stesso tempo luminosa, incantevole ed aggraziata.

    Gli Asura erano là, i capi, i messaggeri e la fazione del re demone  Shumbha; rimasero infatuati dalla bellezza struggente della Sua forma e fecero delle overtures nei suoi confronti affinchè accettasse di divenire la sposa dei loro re. Furono inviati vari generali per concretizzare questa finalità, ma nessuno ritornò vivo. Tra i generali più importanti che furono eliminati in modo galante dalla Madre, il primo fu Dhoomralochana. Poi venne la volta di Chanda e Munda, due generali che incontrarono il loro destino ultimo per mezzo della ‘risata’ della Madre che perciò fu chiamata Chamunda. Poi arrivò sul campo di battaglia Raktabija che era chiamato in questo modo perché quando ogni singola goccia del suo sangue toccava la terra produceva un Asura, un combattente suo eguale. Ma senza permettere che una singola goccia di sangue cadesse a terra, la Madre lo finì. Infine vennero di persona Shumbha e Nishumbha che attaccarono la Devi in vano e furono abbattuti da Lei.

    Bisogna notare che il Suo scontro con Shumbha era stato preceduto dalla distruzione del fratello Nishumbha, abbracciò il fato di milioni di forze di Asura  che avevano avuto a che fare con le ‘Piccole Madri’, matrika, che erano emanazioni e vibhuti della grande Madre che alla fine furono richiamate e tutti questi poteri e Personalità-della-Madre furono riuniti nel suo stesso Corpo e uccisero il re-demone Shumbha, avendo accolto la sfida di combattere con lui da sola. Virile e veemente nei Suoi attacchi, per questo ci si riferisce a Lei come Chandi o Chandika.

    Il Saptasati è pieno di descrizioni e dettagli, nomi e armi, Asura e Devi Murti, forme della Dea.

    Quando l’opera della Devi fu compiuta, gli dei La adorarono e cantarono molti inni in onore delle Sue prodezze, delle Sue molte manifestazioni e del Suo cuore materno. La Dea ne fu compiaciuta e ancora una volta diede la Sua parola di assicurazione che sarebbe stata dalla parte degli dei nei momenti di necessità e di crisi, e dichiarò anche che Lei sarebbe stata sempre presente nei luoghi dove questi inni fossero letti ed usati come preghiere.

    Infine la Devi parlò delle Sue incarnazioni future.

    Questa è la storia di Mahasarasvati ( chiamata Shumbhadamani ), la Dea che presiede sul sattwa, la qualità di equilibrio della Calma universale in mezzo a tutte le attività e tribolazioni della natura esteriore o nell’esistenza interiore.

Durga con le Matrikas.
Immagine presa da Internet.

CONCLUSIONI DEL DEVI-MAHATMYA

   

    Udendo la grandezza della Madre Divina come esposta dal saggio Medha e rivelata in quelle storie delle Sue tre grandi personalità di Mahakali, Mahalakshmi e Mahasarasvati, il re ed il mercante si convinsero che nulla è impossibile per la Dea Suprema e decisero di adorarla ed essere ricettivi alle Sue benedizioni amorevoli. Ricevendo le istruzioni dal saggio sul metodo e le pratiche segrete di adorazione si ritirarono nelle solitudini della foresta e vissero una vita austera per tre anni, completamente assorbiti nella tapa usando come japa ( la ripetizione di un mantra con un tono di voce non udibile ) i Mantra del famoso Inno Vedico, il Devi Sukta del Rig Veda – devi suktam param japan. Al termine dei tre anni, Chandica, la Dea che sostiene il Mondo, Jagaddhatri, apparve di fronte a loro ed espresse il Suo piacere nel garantire loro ciò che chiedevano.

    Attraverso la grazia ricevuta, il re ottenne il suo regno che aveva perso e nella vita successiva, divenne Sarvani Manu con il suo regno sicuro attraverso tutto il ciclo temporale che prese il nome da lui, Savarni Manvantara.

    Per sua richiesta Samadhi, il mercante, ricevette dalla Madre Divina quella conoscenza attraverso cui il reale distacco dagli oggetti e desideri del mondo è effettuata ed il senso dell’ ‘io’ e del ‘mio’ è dissolto nello stato beatifico ed eterno della coscienza del Divino, la Verità Suprema, l’Assoluto.

    Questo è il fondamento del Saptasati, il Devi-Mahatmya, il capitolo di chiusura che parla del bene, di ciò che è mondano e di ciò che è ultra mondano, che deriva dai benefici di coloro che officiano la Durga Puja, specialmente all’inizio di sarat, l’Autunno, e cantano nelle loro preghiere gli inni rivolti da parte degli dei nelle loro invocazioni a Chandi.

T. K. Kapali Sastry

Libera traduzione dall’Inglese all’Italiano di Devadatta e Kiriti

OPERE COMPLETE – Volume 1 – Il Libro delle Luci-I

PUBLICAZIONI – Sri Aurobindo Ashram – Pondicherry – India

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