VINCERE L’ANSIA PER PROTEGGERSI MEGLIO
Esiste una precisa correlazione tra alti livelli di impegno psicofisico e maggiore vulnerabilità nei confronti delle malattie virali, quindi è necessario imparare a gestire lo stress.
PRODUCE INFIAMMAZIONE E INDEBOLISCE LE DIFESE Il meccanismo con cui lo stress fa breccia tra le difese immunitarie non è unico; si tratta di un fenomeno complesso che può essere riassunto in due componenti fondamentali : è la causa scatenante di infiammazioni croniche, le quali rendono più vulnerabile l’organismo e allo stesso tempo porta ad un rapido esaurimento le cellule del sistema immunitario.
IL RUOLO DEL CORTISOLO Quando dobbiamo fronteggiare una situazione stressante si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che porta le ghiandole surrenali a produrre ormoni in grado di attivare la circolazione sanguigna, aumentare la pressione arteriosa e generare uno stato di allarme generalizzato. Nell’immediato tutto questo ci porta a poter contare sulla massima forza fisica e prontezza mentale, per poter affrontare una situazione di pericolo imminente. Tuttavia se questa attivazione prosegue in modo costante nel tempo, il corpo finisce con il modellare la sua attività biochimica come se fosse in costante allarme e per fare ciò sopprime le proteine di “segnalazione”, ovvero quelle che servono per l’attivazione delle cellule del sistema immunitario.
BIBLIOGRAFIA :
Tratto in parte da RIZA n. 371 marzo/aprile 2020
LA RESPIRAZIONE COMPLETA E LE POSTURE DELLO YOGA
INTERROMPONO LA CATENA DELLO STRESS
E’ importante imparare questa pratica da un insegnante esperto e farsi seguire e controllare. Questa respirazione completa agisce sull’ipotalamo, la ghiandola che controlla l’attività delle ghiandole surrenali. Una respirazione rapida, superficiale, a scatti, innesca la produzione di cortisolo. Invece la respirazione completa dello Yoga, ci permette di inviare al nostro cervello un messaggio di scampato pericolo che interrompe il segnale di allarme. Per avere un potenziamento significativo delle difese immunitarie è bene praticare tale respirazione per almeno 20 minuti al giorno, mantenendo la mente concentrata sul respiro consapevole e completo. Tale forma di concentrazione sul respiro, PRANADHARANA, può essere protratta per un tempo più lungo e ripetuta più volte al giorno, in base all’allenamento e alla capacità della persona. La pratica del PRANADHARANA va attivata anche durante le ASANA, posture dello YOGA.
Devadatta e Kiriti